sabato 15 aprile 2017

Come concludere in bellezza


Lascio Medellin sabato mattina con un bus diretto a Salento. Inizia ufficialmente l'ultima settimana di viaggio. Ma come meglio non potessi fare mi sono lasciato uno dei luoghi più incredibili della Colombia per ultimo. Il meteo non è il massimo ed arrivo in questo piccolo villaggio nel centro del paese accolto da nuvole cariche di pioggia che da lì a qualche giorno avrebbero devastato il sud della regione. Su consiglio di un viaggiatore incontrato a Santa Marta vado diretto in un ostello leggermente fuori città e posizionato più in alto rispetto agli altri. La vista di cui si gode è a 360° su tutto ciò che mi circonda, ovvero colline e rilievi verdissimi che si perdono all'infinito. Questa è la zona "cafetera". Vanto ed orgoglio della Colombia, primo produttore al mondo di caffè.
Dopo una domenica passata al caldo dentro l'ostello per via del brutto tempo, decido allora di visitare una "finca", un'azienda dedita alla coltivazione ed alla  lavorazione di questa pianta bevuta in tutto il globo. Dall'ostello mi incammino in discesa nella valle. Il sentiero è piacevole. Mi ricorda le strade di campagne dei dintorni della mia città in Italia quando ero piccolo. Asfalto e sterrato che si alternano, staccionate in legno a delimitare la strada, qualche fattoria e spazi aperti a far godere la vista. Dopo un'ora raggiungo la mia destinazione, la finca Ocaso. Qua organizzano tour di un'ora al prezzo di poco più 6€. Una simpatica guida ci ha mostrato tutte le fasi del raccolto e della tostatura e poi abbiamo concluso con una moka di caffè ancora da impacchettare. Giustamente finito il tutto le nuvole decidono di scatenarsi. Nel tour eravamo in dodici e nessuno aveva intenzione di tornare a Salento a piedi. Unico problema, non così rilevante. Una sola jeep. Ma siamo in sud America. Per i pesos si fa tutto. Due davanti oltre il guidatore, sei dietro e quattro in piedi sul paraurti. Scontato dove fossi finito. Comunque è stato un bel viaggio tra diluvio universale e rami da evitare per non essere decapitato.
Il giorno dopo decido, anche se il tempo era pessimo, di raggiungere l'altra meta imprescindibile se si visita questa parte di Colombia. La Valle de Cocora. Nella piazza centrale di Salento dalle sette del mattino partono camionette dirette all'entrata del parco. Io me la prendo con comodo e prendo quella delle nove. Mezz'ora di strada e arrivo all'ingresso. Qua si possono scegliere due direzioni di un trek circolare attorno alla valle ed ai suoi rilievi. Io scelgo di partire verso destra. Il sentiero è pesantissimo ed infatti dopo qualche minuto ho fango fino alle ginocchia. Il terreno rende la salita una lotta e l'umidità della foresta è allucinante, ma tutto è compensato dal paesaggio che mi circonda. Una prima parte di verdi prati con animali al pascolo e poi il sentiero che entra dentro alla "selva" e segue un piccolo fiume con una miriade di piccole cascate. L'ideale per buttare la testa in cerca di fresco. Dopo due ore seguo una deviazione che mi porta ad uno dei punti di sosta del trek. Dalla cima però la vista appaga la fatica. Sembra un paesaggio degno di Pandora. Le nuvole basse che lasciano intravvedere i profili delle montagne, il sole che cerca di farsi largo nel cielo grigio. E poi, le sagome delle palme più alte al mondo. Le palme da cera simbolo della Colombia. Un altro dipinto che si fissa nella mia mente. Un'altra opera della natura che non si può far altro che ammirare in silenzio. Decido allora che è un momento a cui dedicare del tempo. So che è l'ultimo, per ora, che guarderò in Sud America. Mi siedo su un cumulo di terra. La pioggia non la sento più. Immagino di stappare una buona bottiglia. Guardo questo spettacolo e inizio a pensare di quanto sono stati incredibili questi mesi. Di quanto sono stato e sono fortunato. Di quanto sia stata la decisione più giusta potessi prendere, di partire con un volo sola andata verso l'Ecuador il 6 giugno di un anno fa. Qualsiasi cosa potrebbe accadere in futuro.
L'ultimo giorno lo passo nel paese. Salento è coloratissima come tutti i villaggi colombiani. Turistica ma piacevole, con un mirador da cui ammirare le sue vie principali e la piazza centrale.
Il giovedì decido di raggiungere Bogotà. "Collectivo" fino ad Armenia e da qua 7 ore di bus fino alla capitale. Mi concedo il primo hotel vicino all'aeroporto vista la partenza di notte verso l'Italia. Vedo così anche un nuovo quartiere dopo il centro e la Calendaria visitati un mese fa. La notte però non dormo niente. Un po per l'agitazione da ultimo giorno e un po perchè sono riuscito a bloccare una tratta assurda. Economica quanto volete ma massacrante tra scali e fuso orario. Bogotà-Orlando, 4 ore, Orlando-Manchester, 2 ore, Manchester-Milano. Più di un giorno di viaggio per ritornare a casa.
Ed allora si colclude questa "avventura",  quest'esperienza di vita, questo capitolo unico. Per i titoli di coda però, tranquilli, che di tempo ce n'è ancora!

Nessun commento:

Posta un commento