giovedì 23 marzo 2017

San Andres, disfruta el Caribe


San Andres è un'isola al largo del Nicaragua ma di territorio colombiano. Un atollo di 15km per 7 nel mezzo del mar dei Caraibi. Si raggiunge con un volo di poco più di un'ora da Cartagena. Decido di volare solo con bagaglio a mano e il biglietto mi costa appena 60$ andata e ritorno. Trovo anche un ostello a 15 a notte. Un ottimo prezzo per una località super turistica. L'isola presenta due coste ben distinte. Quella est con spiagge bianche e mare paradisiaco è quella ovest più rocciosa e adatta allo snorkeling e scuba diving.
Per me il Caribe è un ritorno al passato. Sono sempre stato attratto da tutto quello che rappresenta. Luoghi incontaminati che riportano a vecchie storie di rhum e pirati. Musica, colori e profumi e gente  fantastica. Il Caribe autentico, non quello dei villaggi turistici, la piaga dei viaggiatori. Anche a San Andres ricerco queste caratteristiche camminando per l'unica strada che va da nord a sud. Attraverso i villaggi più poveri, nascosti dalla fatiscente città principale dove stanno sorgendo palazzoni orribili favoriti dal crescente afflusso di gente. Osservo le baracche con galline che svolazzano fino alla strada, donne robuste in vestiti colorati a gestire banchetti di frutta e pesci improvvisati e uomini che giocano a domino fumando marihuana all'ombra di un albero. Loro che erano i veri abitanti, seppur importati nei secoli infami, hanno dovuto spostarsi per lasciare spazio ad alberghi e Duty Free ed ora fungono da attrazione per chi decide di percorrere l'isola in caddy, una sorta di triste Safari. A me interessa solo camminare per raggiungere le spiagge tranquille a sud, ventose e semi desertiche. Mi concedo solo un tour in barca perché è l'unica possibilità per vedere Jhonny Cay e l'"Acuario", due atolli poco al largo della costa, situati proprio a cavallo della barriera corallina. Qua il mare immacolato, la sagoma di alte palme, il nuotare con pesci colorati e grandi mante mi fanno dimenticare la miriade di gente con cui divido questa splendida giornata.
Come dicevo prima però per me questo è amarcord. Sapevo che nel mio viaggio c'era la volontà di tornare in questi posti. Perché è in questo mare che mi si impianto' un picchio in testa che, con qualche rara pausa, mi ricordava due parole. Sud America. Erano i primi anni in cui lavoravo e in due estati fui, prima, a Cuba e, molto più decisiva, la seconda volta in cui raggiunsi un arcipelago non molto noto chiamato St Vincent & Grenadine. Una settimana passata immerso alla natura ospite di una ragazza boliviana conosciuta tramite couchsurfing. In questa realtà avevo conosciuto i suoi collaboratori che provenivano da tutti i paesi del continente latino. Ecuador, Bolivia, Brasile, Argentina ecc. Passavano le serate a raccontarmi dei loro paesi e di tutto ciò che è, allo stesso tempo, fantastico e triste di questa terra. Erano ancora tempi in cui il Wi-Fi era semi sconosciuto e le serate erano composte da ore interminabili a parlare al chiaro della Luna sdraiati sulla collina poco distante dal campo base circondati dalla foresta tropicale. Non come ora dove bisogna imporsi di allontanare quest'aggeggio per ritornare a fare due parole in compagnia. Laggiù era automatico. Quella persone, quelle storie, quelle emozioni sapevo che, prima o poi, sarei andato a ricercarle. In più, tornato da quell'esperienza mi ricordo che preparai un viaggio di venti giorni in Perù per la vacanza successiva. Poi entrò nella mia vita una ragazza, un lavoro nuovo e tutto andò in dimenticatoio. Ma quel picchio lo custodivo gelosamente. Sapevo che dovevo ritornarci, chiudere un cerchio e ringraziare questa terra che senza di essa probabilmente non avrei mai trovato ispirazione per questo viaggio.
Soddisfatto di tre giorni di pura vacanza ritorno a Cartagena. Una notte per risistemarmi gli zaini e parto alla volta di Santa Marta. Prima tappa verso strada che mi porterà all'estremo nord della Colombia!

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