domenica 15 gennaio 2017

Ritorno in Argentina


Dopo le due settimane di "descanso" torno a macinare un po' di chilometri. Lascio con l'ennesimo "arrivederci" La Pedrera e ritorno a Montevideo. Qualche ora di attesa e riesco a trovare un bus per tornare in Argentina. Destinazione Rosario. Altra notte di viaggio, altra frontiera e quarto timbro d'entrata nel paese delle pampas. Arrivo al terminal alle tre di notte e decido di aspettare la mattina per cercare un ostello. Sembra quello di un aeroporto e non mi faccio troppi problemi a dormire qualche ora sulle panchine. L'alba mi accoglie con un temporale ed un caldo umido incredibile. Aspetto che apra il punto informazioni turistiche e mi faccio dare un indirizzo di un ostello economico in centro. Qua dopo una doccia riposo qualche ora e via a scoprire questa nuova città. Rosario ha uno dei climi più torridi di tutto il centro del paese. Le zanzare si possono ammaestrare, o meglio, sono loro che tengono il controllo sulla fauna cittadina. In 3 giorni faccio una donazione di sangue che neanche all'Avis sarebbe possibile. Almeno ho collaborato al loro mantenimento. Nel pomeriggio assisto anche ad uno di quei diluvi che non ricordavo dai tempi del mio viaggio nei Caraibi. Un'ora in cui si è allagato tutto il centro, e quando dico "allagato" intendo acqua alle ginocchia in ogni strada per tornare all'ostello. Luce saltata e lampi a sostituire i semafori. Avevo giusto comprato un ombrello che mi è servito per mantenere asciutte le punte delle sopracciglia. Mentre cerco di ripararmi dietro un muro vengo trascinato dentro un portone da un tipo che, gentilmente, mi chiede se no ho meglio da fare che aspettare in strada. Mi spiega che è pericoloso per la tempesta di fulmini e mi dice che posso aspettare nella hall senza problemi. Una scuola americana per argentini che richiedono il visto. Ringrazio e cerco di asciugarmi un minimo. Dopo una mezz'ora ritorno in ostello e vedo tutti i ragazzi impegnati a sgomberare il piano terra dall'acqua. Mi unisco a loro cercando di dare una mano. Se ripenso che due giorni fa ero in spiaggia in fronte all'oceano, sempre di acqua si tratta in fondo, ma cavolo, ben tornato in Argentina! Comunque, a parte questo traumatico benvenuto, gli altri giorni li passo a scoprire la città. Un importante centro economico e commerciale vista la posizione sul fiume navigabile Parana'. Ricca di parchi e viali, centro storico ricco di case coloniali e luogo in cui venne issata per la prima volta la bandiera dello stato. In quel punto, infatti, sorge un monumento imponente dedicato al suo creatore, il generale Belgrano, uno dei padri fondatori. Un pomeriggio prendo una barca e raggiungo l'isola in mezzo al fiume di fronte alla città. Sapendo che non è grandissima provo a raggiungere la sponda opposta, ma tra il temporale del giorno prima che ha reso tutto una palude e gli sciami delle zanzare più simpatiche mai conosciute in vita mia decido che, in fondo, non vale la pena. La spiaggia vicina all'arrivo del battello va benissimo lo stesso. Un bagno nella "limpida" acqua del Parana' che ricorda il Po' dopo le piogge autunnali e in serata torno sulla terra ferma. Rosario alla fine si presenta una bella città per passare qualche giorno prima di raggiungere il NOA, il nord-ovest dell'Argentina, la regione che compete con la Patagonia per la bellezza dei suoi paesaggi. Tra l'altro la movida serale l'ho trovata piacevole visto che è la città famosa per avere le ragazze più belle del paese, e si nota benissimo! Domani riparto alla volta di Cordoba e poi via verso il nord! Nos vemos!

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