mercoledì 19 ottobre 2016
Sucre Capital
Ordine del giorno: prolungare la Visa.
Da qualche giorno mi trovo a Sucre, capitale della Bolivia. Il mio mese da "turista" termina domani e quindi stamane mi sono diretto all'ufficio immigrazione prima che mi caccino via da questo fantastico paese. Curioso che al poliziotto abbia dovuto spiegare nei minimi dettagli i miei prossimi spostamenti. Ovviamente ho improvvisato inventandomi totalmente l'itinerario, ma non è stato un atto di menefreghismo. Il fatto è che non ho la minima idea di dove andare! Mi sembra di essere tornato alle prime settimane di viaggio. E come risolvere questa indecisione? Ascoltando altri viaggiatori. Semplice. Niente Lonely Planet o simili. Solo il buon sano passaparola e lasciarsi andare senza troppi programmi.
Intanto, in questi giorni, mi sto godendo questa nuova e bellissima città. Tranquilla, con un centro storico tutto in stile coloniale, un parco bellissimo ed un mirador altrettanto eccezionale. Il clima e la pace che si respira favoriscono una quiete quasi irreale per essere comunque una delle metropoli del paese. E poi, cavolo, per la prima volta nella mia vita, ottobre=primavera! Capisco i colori fantastici dell'autunno, ma con tutto il rispetto, son contento di saltarlo per quest'anno.
Aria rarefatta (ormai non ci faccio più caso, ma sono di nuovo oltre i 3000m), temperatura mite, profumi dolci in tutte le vie, alberi in fiore e ... una tempesta di fulmini che ha paralizzato l'intera capitale. Giustamente io mi trovavo nel punto più lontano possibile dal mio ostello, al mirador la Recoleta. Bellissimo osservare la forza della natura dal punto panoramico più suggestivo della città, ma quando la pioggia è diventata pari alla portata delle cascate Iguazu ho dovuto rifugiarmi nell'unica porta aperta nei dintorni. Il museo di Arte Indigena.
Dopo essermi asciugato un minimo inizio a vedere le sue piccole sale. Un blackout di mezz'ora e po' di acqua filtrata nelle pareti di pietra non mi hanno fermato ed alla fine penso che sia uno dei musei più belli ed interessanti che abbia mai visto. Si completa con la visita fatta l'altro ieri a Tarabuco, un villaggio ad una trentina di chilometri dalla città. Qua, oltre al ricchissimo e coloratissimo mercato domenicale, la tradizione conserva danze popolari e l'arte tessile. Un'arte tessile molto elaborata e riconosciuta in tutta la nazione.
Sucre però, presenta anche un'attrazione un po' diversa da quelle a cui sono stato abituato in questi mesi di viaggo. Un parco dedicato ai dinosauri! Da piccolo ero veramente ossessionato e, per me, Jurassic Park, rimane e rimarrà un capolavoro di film assoluto. Quindi, non potevo lasciarmelo scappare. Ad essere sincero, una "cagata colossale". Però devo dare atto all'amministrazione che sono stati stra intelligenti. Praticamente dentro una cementeria, durante l'estrazione da una cava, è stata rinvenuta una parete enorme con oltre 300 impronte di dinosauro. Di fatto la scoperta più grande e completa al mondo in questo settore. Il parco in se', invece, è una raccolta di grandi riproduzioni con tanto di suoni, una sala di reperti, ovviamente solo repliche, un ristorante e una tenda per merchandising. Non che mi aspettavo di vedere chissà che però un po' mi ha deluso. Di fatto gira tutto intorno alle due ore di pausa pranzo degli operai della fabbrica in cui si può raggiungere la parete vecchia milioni di anni.
Giusto il tempo di assistere ad una parata di fanatici religiosi mista al carnevale di Rio e ritorno all'ostello, devo decidere quale sarà la mia prossima tappa, ora ho un altro mese qua in Bolivia. Da ieri sto condividendo la stanza con un argentino ed un cileno. Parlando con loro mi informo un po' sul sud del paese e decido che, assolutamente, qualche giorno nelle terre del vino le devo passare. Mi danno anche qualche consiglio su come attraversare il Salar de Uyuni, la strada che mi porterà, alla fine di tutto, in Cile. Sempre in ostello conosco anche Maude, una ragazza canadese. Parlando del più e del meno vengo a sapere che anche lei si sta spostando verso sud. Mi propone allora Potosi. L'antico centro economico mondiale, sconosciuta ai più, un'altra tappa irrinunciabile. Quindi deciso, come avevo già anticipato, basta seguire il flusso. Domani si sale nuovamente in quota, 4000m tra le miniere d'argento più antiche al mondo.
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