martedì 6 settembre 2016

Trekking nel Canyon del Colca


Ormai sono abituato. Venti ore in pullman sono una passeggiata, piccoli accorgimenti: sfruttare tutte le rare pause per sigaretta e bagno, portarmi sempre dietro acqua, biscotti e crackers e, per chi dice che il cappello serve solo per fare il figo, col cavolo, girato al contrario diventa un comodino portatile! La strada che porta ad Arequipa è un'altra di quelle che difficilmente dimenticherò. Una linea d'asfalto in mezzo al nulla. Un deserto roccioso a quote tra i 3-4000m slm, sullo sfondo vette innevate e lo sbuffo di un vulcano. Questa è la regione vulcani e proprio uno di questi fa guardia alla città, el Misti, dall'alto dei suoi 5700m. Questa è anche la regione dei canyon ed è il più famoso la mia prossima meta. Appena arrivo in città inizio subito a cercare un'agenzia. La scalata al Misti costa troppo, a meno di 200$ per due giorni non riesco a trovare nulla. Allora opto per il Colca Canyon, 130soles più 70 del biglietto turistico, circa 60€ totali. Trekking di 3 giorni da 40km di cammino. Nei primi due giorni nella capitale del sud mi dedico ad acclimatarmi, non tanto per l'altitudine, ma per le temperature, calde di giorno e fredde la notte. Visito il grande monastero di Santa Catalina, praticamente una cittadella a se', e per il resto vago come al mio solito per le vie della città. Plaza de Armas è dominata dall'imponente cattedrale e lo stile coloniale è la caratteristica di tutto il centro storico. Trovo Arequipa una delle città più vivibili del Perù, mi avevano avvertito che bisognava fare attenzione a furti e simili, ma l'impressione è stata strapositiva. Parlando con un gestore di una pizzeria napoletano giustamente mi ha detto: "manca solo il mare!"
                                   
La mattina del terzo giorno comunque si parte. Solita partenza ad un'ora tranquilla, tre di notte. In un'ora il bus raccatta tutti e via verso Chivay. Arrivo per la colazione e registrazione nella regione. Un freddo incredibile. Da lì un'altra ora di bus verso il punto più turistico del tour, la Cruz del Condor. Un mirador da dove si può ammirare il  volo nella più totale libertà del re di questa regione. Un re che oggi rischia l'estinzione, nell'antichità venerato dagli Inca come parte della triade divina assieme al puma e al serpente, simbolo del cielo che collegava questo mondo a quello celeste degli dei. E io che pensavo da bambino al condor come un'enorme tacchino volante con l'unico scopo di cibarsi di carcasse, grazie Walt Disney! Dopo le foto di rito finalmente si inizia la camminata. Partenza da Cabanaconde. Primo giorno discesa fino a San Juan de Chuccho, 800m di dislivello all'interno del Canyon. Panorama mozzafiato e percorso decisamente tranquillo. Verso le tre arriviamo al primo accampamento. La sistemazione è spartana ma essenziale. Il pomeriggio è libero. I miei compagni si ritirano tutti nelle stanze a riposare. Io? Ma figuriamoci! Il villaggio più alto, Tapay, dista due ore, mi sento in forma e parto da solo. Chiedo solo alla guida che cammino devo prendere. "usted tiene que mantenerse a la derecha" chiaro no? Primo sentiero e finisco evidentemente in una proprietà privata e 5 cani mi danno il loro saluto, uno mi morde la caviglia, iniziamo bene. Lavo subito la ferita, il vaccino per la rabbia l'avevo fatto, e riprendo la salita. In un'ora e mezza raggiungo il villaggio. Deserto. Una chiesetta e una decina di case. Sembra abbandonato se non fosse per due indigeni che saluto e loro ricambiano con gran sorpresa di vedere uno straniero. Il tempo di godermi il sole scomparire dal versante del canyon e mi devo rimettere in marcia per tornare prima che faccia buio. Torno al campo e prima di cena conosco meglio gli altri componenti del gruppo. Una dottoressa inglese che mi fa venire mille paranoie sulla ferita, un francese alla fine del suo viaggio di 6 settimane in Perù, un altro francese che ha vissuto 10 anni nei Caraibi, due ragazzi israeliani che in tre settima faranno Perù, Bolivia e Colombia, una coppia di Canadesi, un'altra dall'Austria e due ragazze olandesi. Il secondo giorno altra camminata tranquilla con qualche sali e scendi attraversando Cosnirhua e Malata per poi scendere altri 300m di dislivello. Lì decido di riposare perché se in due giorni siamo scesi di 1000m e il terzo giorno si ritornerà da dove siamo partiti, non ci vuole un genio per capire che la prossima mattina non si scherza più. Nelle due notti passate ho visto i cieli più belli della mia vita. Nessun inquinamento luminoso, tutta la Via Lattea nel suo splendore. Grazie alla guida sono riuscito a distinguere perfettamente Marte, la costellazione dello Scorpione e quella del Sagittario, altro che le tre stelle di Orione viste dal mio balcone di casa! Lo spettacolo di questo cielo notturno è una di quelle cose che raccomanderei a chiunque, passare ore sdraiati sull'erba a fissare l'infinito, ti vien da pensare a tante cose, ma poi ti lasci invadere dall'energia che le stelle emanano, la mente si svuota e i pensieri svaniscono. Come giustamente supposto la sveglia all'ultimo giorno è alle 4 per evitare la calura. Tempo previsto per la salita 3 ore. Oltre al mio gruppo ce ne sono altri 3 alla partenza, una cinquantina di persone in tutto. A sto giro me la tiro un po. Visto che fino ad'ora non è stato un vero trekking, ma una passeggiata di piacere, decido di mettermi alla prova e tirare un po. Secondo a raggiungere la cima del canyon in un'ora e cinquanta minuti. Piccola soddisfazione e almeno ho potuto scaldarmi un'ora al sole facendo colazione aspettando gli altri. Da lì torniamo a Cabanaconde e poi ad Arequipa fermandoci al passo di Patapampa, 4850m, da dove si ammirano i vulcani Misti e Sabancay (quello che avevo visto attivo arrivando) e i ghiacciai Mismi, Ampato e Hualca Hualca. Anche Arequipa sta per andare in "cantiere", stanotte viaggio verso Puno, sulle sponde del lago Titicaca. A mezzanotte sarà il mio compleanno, fin da quando sono partito volevo festeggiarlo come finale del mio viaggio in Perù e nonostante qualche inconveniente, ma senza farmi mancare nulla, alla fine ce l'ho fatta!

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