giovedì 22 settembre 2016
Bienvenido a Bolivia
L'attraversare una frontiera ti innesca sempre una buona dose di adrenalina. Non me lo so spiegare bene ma è così. Non fa eccezione neanche questo piccolo passaggio sulle costa del Titicaca. Lascio Puno verso le otto e in tre ore raggiungo Copacabana. In mezzo i soliti due uffici d'immigrazione, quello d'uscita dal Perù e quello d'entrata in Bolivia, nuovo timbro passaporto fatto! Il visto dura solo un mese, ma successivamente lo potrò prolungare. Il Perù me l'ero programmato abbastanza bene, in Bolivia voglio che sia l'istinto a guidarmi. L'unica cosa certa che ho è che l'uscita sarà attraverso il deserto del sale che mi porterà in Cile.
Appena scendo dal bus decido che la mia esperienza sulle isole del Titicaca non è finita. Raggiungo il porto evitando le decide di agenzie di tour e prendo un biglietto sola andata per la Isla del Sol. Giusto il tempo una pazza coppia, lui inglese e lei spagnola in viaggio da oltre un anno dal Canada attraverso tutto il continente, ed arrivo nel piccolo porto nella parte nord dell'isola. Qua vengo accolto da una decina di bambini che cercano di portarmi agli alloggiamenti dei genitori. Ne scelgo uno vista lago con terrazza a 25 bolivianos a notte, 2,5€ circa! Rispetto ad Amantani la Isla del Sol è un minimo più turistica, qualche ostello, qualche "tiendas" e qualche ristorante sparsi tra i vari villaggi, ma sempre spartani e gestiti solo da locali. Per il resto si presenta uguale, no strade, no auto, no inquinamento luminoso e tanta semplicità in tutto. Ma quello che mi ha attirato in questo luogo stavolta sono le sue leggende. Per i nativi di questa regione quest'isola è sacra, è il luogo di nascita del primo uomo Manco Capac e sua moglie Mama Ocllo, la traduzione di Adamo ed Eva e l'isola stessa si può intendere come una sorta di Eden. Per tutta la sua superficie sono presenti rovine e luoghi sacri utilizzati sì dagli Inca, ma risalenti a culture precedenti. Quasi sicuramente al grande impero Tiwanaku dalla cui scomparsa si creò appunto quello più noto che sottomise tutta la parte ovest del continente. Inoltre nel 1998 venne fatta una scoperta nelle acque vicino alla costa, con ritrovamenti di manufatti ed antiche strutture. Informandomi un po' su internet è ormai un dato certo che nel corso dei millenni il livello del lago Titicaca si sia alzato ed abbassato con una buona frequenza. Una teoria che lascia la mente libera di sognare è che questo sia un luogo possibile per la leggendaria Atlantide. Fantasia o realtà quello che si percepisce è l'energia che si respira.
Il sentiero Inca che collega il nord con il sud è un percorso con vista paradiso. In tre ore praticamente rimango sempre sulla cima delle colline, le acque blu del Titicaca a destra e a sinistra, il Perù da una parte e la Cordillera delle Ande Boliviane dall'altra. Sembra di passeggiare su di una sperduta isola greca, ma alla prima salita è il fiato che mi ricorda che sono a quasi 4000m. Decido di passare qua due notti, l'alba è il tramonto sono due appuntamenti fissi e spesso mi trovo in compagnia di pastori con i loro greggi di pecore cercando i posti migliori per perdermi nell'infinito. È facile capire perché quest'isola veniva considerata sacra. La mia ricerca delle rovine archeologiche termina nel mini museo del mio villaggio. Dopo tutta la giornata passata a camminare ritorno verso le 4 alla base, solo trovarlo è un'impresa. Chiedo un po' in giro ed alla fine sono dei bambini che stavano giocando a pallone che praticamente mi portano davanti ad un edificio bianco in mezzo alle baracche con una vecchia porta di legno chiusa con un lucchetto. Nessun cartello. Riprendo allora il mio giro nel paese domandando il perché è chiuso. Dopo un po' di fallimenti un tizio mi dice che il guardiano sta pranzando. Guardo l'ora, lui pure, sono le 4 e mezza del pomeriggio e lui allarga le braccia come a dire "non posso fare nulla". Non mi do per vinto e vado al molo dove incrocio il tipo che riscuote la tassa per il soggiorno sull'isola. Gli spiego che il museo è chiuso. Lui si sorprende e poi mi dice di tornare e che ci avrebbe pensato lui. Torno e ritrovo i bambini. Nell'attesa vuoi non tirare due calci al pallone? Mi invitano ed accetto immediatamente. Vi assicuro che correre a 4000m, soprattutto se fumi un pacchetto di sigarette al giorno, ti fa sputare sangue. Comunque metti un campetto con 4 pali piantati a caso, un pallone sgonfio e 5 bambini scalzi entusiasti di avere uno straniero con loro ed ecco che passo una mezz'ora di divertimento puro e genuino. Intanto arriva il fantomatico curatore, vedo che apre la porta e se ne va. Allora entro ed è uno di quei luoghi che attirano o cercatori di reperti o i cretini in cerca di spunti d'immaginazione come me. Buio, polveroso, vecchio e puzzolente. A parte qualche vaso decorato tutto gira intorno alla scoperta del '98. Quello che mi colpisce di più è la foto di un medaglione d'oro risalente a Tiwanaku, l'originale è in un museo di La Paz, ma è qua che è stato ritrovato. Decido allora che sarà lì la mia prossima meta. Il tempo di un'altra notte gelida ad ammirare la Via Lattea e domani torno sulla terra ferma in direzione La Paz appunto.
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