sabato 6 agosto 2016

Si riparte!

Pensandoci bene non avrei potuto trovare titolo migliore a questo blog. "Che ve lo dico a fare" Quasi volessi, in un'unica risposta, replicare alla fatidica domanda "perché?" Di risposte in realtà ce ne sarebbero mille, ma continuo a pensarla allo stesso modo dal giorno in cui sono salito su quel volo diretto a Quito.
Mi sono sempre definito un fatalista. Tutto accade perché deve accadere. Chiamatelo destino, chiamatelo karma, chiamatelo provvidenza divina, chiamatelo un po come volete, ma è così. Come ho accennato nell'ultimo post ho avuto il primo inconveniente dopo quasi due mesi. Evidentemente sulla mia strada ho incontrato la persona sbagliata, ma poco male, non è certo un episodio che mi farà cambiare idea su questo paese meraviglioso, fatto di gente meravigliosa. Sicuramente quando avrà aperto il mio zaino di cose di valore per lui non ne avrà trovate molte. Probabilmente solo il passaporto. Per me ha significato dieci giorni a Lima, mai dirò "perdita di tempo", che mi sono serviti per rimettere un po insieme le idee, fare lunghe camminate, scrivere un po su tutto e consacrarmi ormai come abitante di questo nuovo, per me, continente che ho sempre sognato. Fortunatamente avervi rotto i cosiddetti tra blog, Facebook, Instagram ecc mi ha permesso di salvare una piccola parte di foto e video, il resto me lo porterò nella mia memoria, con avidità e con buona pace vostra.
Dieci giorni in cui ho cercato i migliori punti della città. L'ex quartiere bohémien Barranco, le vie più nascoste attorno a Plaza Armas, l'appuntamento fisso col pranzo del Mercado Central, il mirador più alto del Cerro San Cristobal, i quartieri poveri e colorati della periferia e quello dei pescatori de La Punta.
In più sono capitato nei giorni della festa dell'indipendenza. Cosa che per la loro salute dovrebbero prolungare da due giorni a due mesi. Zero traffico, parchi puliti, tutti a piedi e in bici, musei gratis, fiere gastronomiche e mostre d'artigianato locale. Aggiungo pure che per un non ben chiaro allineamento stellare per qualche ora il cielo è diventato limpido come quello sulle Ande! Quindi, tra tutto, direi che il simpatico tipo di Ica ha scelto forse il momento migliore!
Se la mia prima sosta nella capitale mi aveva sorpreso e fatto tornare quasi alla "normalità" della vita occidentale, questa più lunga mi ha di nuovo messo alla prova. Il richiamo al consumismo e alla globalizzazione diventa quasi un fatto di adattamento quando vieni catapultato in una realtà da grande città, ti rendi conto che stanno diventando tutte uguali, la gente sta diventando tutta uguale, stressata, sempre di corsa, diffidente e soprattutto triste. Certo, ho dovuto a abituarmi, come vi dicevo prima ho cercato i posti migliori e più autentici, ma ho anche capito che non è quello che voglio in questo momento.
Giovedì mattina mi sono svegliato, una pioggia autunnale mi fatto compagnia durante la colazione e poi, incredibilmente ho ricevuto la mail che stavo aspettando, in mezz'ora ho raggiunto l'ambasciata e a mezzogiorno avevo di nuovo il mio passaporto. Seconda tappa all'ufficio immigrazione e anche il visto. La prima cosa che ho fatto? Ovviamente prenotare il pullman per Cuzco! Domenica riparto finalmente, 21 ore di viaggio e arriverò nella capitale Inca. A parte la tappa fissa per eccellenza di Machu Picchu voglio godermi ogni singolo momento in uno dei posti più incredibili del mondo!

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