lunedì 22 agosto 2016

Cuzco e la Valle Sacra

Plaza de Armas, Cuzco

Dopo 23 ore arrivo finalmente a Cuzco. Distrutto mi faccio portare all'ostello. Trovo una sistemazione economia poco distante dal mercato principale, Mercado San Pedro, il più organizzato e colorato di tutti quelli visti fin'ora. Visto che sono le tre del pomeriggio, prima di svenire del tutto, decido comunque di raggiungere Plaza de Armas. Qui godo di un sole incredibilmente caldo seduto su una panchina, con un'aria da montagna piacevole. Chi si alza più, passa un tipo e con 1 soles mi prendo un caffè, non so neanche quanto sarebbe in euro. La cattedrale da una parte, l'Iglesia de la Compagnia de Jesus dall'altra, il quartiere San Blas che occupa la collina sovrastante e, nel punto più alto, il Cristo Blanco, nella versione limitata rispetto a quello di Rio, a dominare la città. Non che mi interessano così tanto le opere religiose, ma ho capito che dove si trovano le opere di mano spagnola cattolica vicino o poco lontano ci sono i siti ben più interessanti Inca e pre-incaici. L'impatto con questa nuova realtà è ricco di contrasti. Da una parte la storia, l'archeologia, l'aria mistica che si respira, San Pedro e marihuana aiutano, e i misteri che la città e la sua valle si portano appresso da secoli, dall'altra la finzione ovattata che tutto può essere trasformato in una macchina per Soles, da proporre in qualsiasi modo ai migliaia di turisti. Le strade del centro, di incredibile bellezza per il ciottoli e le pareti a volte ancora con pietre originali, sono un susseguirsi di bar, ristoranti, agenzie per tour e negozi di artigianato sempre uguali.

Dopo una notte rigenerante e un'ottima colazione, di buon ora inizio subito a prendere informazioni sui vai tour. Del trekking ne ho già parlato nel post precedente. Alla fine ho preso tutto in loco. Online c'è un'ansia incredibile che quasi ti obbliga a prenotare. La disponibilità per Machu Picchu è limitata, vero, però con una settimana d'anticipo trovi posto tranquillamente. Poi, per arrivarci ci sono 1000 modi e tutto dipende dal budget. Io, ancora quando ero in Italia, avevo bloccato l'Incatrail di 2 giorni anticipando 210 dollari, sarei arrivato a 630 qua a Cuzco. Informandomi bene alla fine ne ho spesi 220 per cinque giorni, dimenticandomi dell'anticipo, direi che ne ho risparmiati un bel po' prolungando pure il trekking! Per il resto ho preso indicazioni dal libro Vagamondo di Carlo Taglia ed  ho girato la Valle Sacra per mio conto. Camminando e muovendomi solo in collectivos per pochi soles, i consigli che si trovano in questo libro valgono più di ogni altra guida.
Salineras, Moray, Pisac, Sacsauaman 

Il primo giorno, camminando per la collina di San Blas, il quartiere degli artisti, ho deciso che volevo salire fino al punto più alto da dove svettava una croce. Senza mappa, senza Lonely Planet, mi son fatto trasportare solo da quel punto di riferimento e, con mia enorme sorpresa, mi sono imbattuto in Sacsauaman. L'enorme fortezza che proteggeva l'antica capitale. Di fatto appena sopra la collina, ma nascosta dalla vegetazione. Scopro che la crocerossina  fa parte di uno dei tanti mirador ed allora entro nel sito. Enorme, ben conservato e ben tenuto e, fortunatamente, senza tanti turisti. Me lo giro tutto in completa autonomia, ormai di questi luoghi inizio ad avere una certa esperienza e rifiuto le varie proposte delle guide locali. Il giorno successivo mi avvio verso Pisac, 40km da Cuzco, nella valle dell'Urubamba. Sfruttando il Boleto Turistico che per dieci giorni ti dà accesso ai principali siti per 130 soles (35€), mi incammino nel sito, una buona salita di due ore attraversando prima i classici terrazzamenti e poi dei complessi militari conservati benissimo, arrivando infine al tempio del sole con uno splendido e praticamente integro orologio solare. La vista dall'alto sulla valle dell'Urubamba che mi accompagna per tutto il percorso è indescrivibile ed altrettanto lo è la quasi totale mancanza di turisti. Buon per me. Dopo un pranzo con banane e crackers in compagnia di un cane inizio là discesa. Le nuvole che fino a quel momento si erano dimostrate clementi decidono di scaricare tutta la loro energia. Ma poco male, keeway, coprizaino è sempre in compagnia delle  mio nuovo amico a quattro zampe mi butto giù divertendomi a non scivolare tra le rocce lisce, levigate da secoli di cammini. Sulla strada del ritorno verso Cuzco decido di farmi fermare dal bus tutte le volte che scorgo dei cartelli con indicazioni di rovine archeologiche. Q'enqo, Pukapukara, Tambomachay. Siti piccoli, ma vuoi non fermarti? Assolutamente no. L'ultimo mi colpisce in particolare. Un tempio dedicato all'acqua, con uso speciale a terme per l'elite religiosa ancora funzionante. Il terzo giorno continuò il mio personale tour in un altra valle, sempre un collectivo ed arrivo all'incrocio tra la statale e Maras. Qua subito rifiuto le proposte dei taxi, ma poi decido che per 20 soles (6€) un passaggio all'inizio del sentiero lo posso anche accettare. Risparmio di respirare un'incredibile quantità di polvere alzata dalle carovane di quad, taxi e minivan di turisti e arrivato al sentiero per Moray mi incammino per una strada parallela in mezzo ai campi. Il sospetto che in questo sito non avrò la pace di Pisac diventa certezza appena arrivo sul posto, però il percorso tra i giallissimi terreni coltivati, i sorrisi della gente locale al lavoro e lo sfondo delle Ande innevato  mi ripagano di tutto. Moray è un complesso di terrazze enormi circolari che seguono la forma di crateri vecchi millenni, classiche foto di rito ma visto che non sono motorizzato mi incammino quasi subito verso Salineras. Dopo una decina di km la strada inizia a scendere ed ecco che mi si apre una visione incredibile. Le saline sono bianchissime e contrastano con tutto quello che le circonda. Camminare tra queste piscine da dove i locali ancora oggi raccolgono il sale a mani nude diventa un'impresa man mano che "gringos" arrivano a gruppi numerosi. Anche qui mi accontento di scattare qualche foto e mi cerco un posto appartato dove mangiare il mio pranzo. Lo trovo all'ombra di una chiesetta poco sopra le terrazze. Il pomeriggio mi incammino verso Urubamba e da lì prendo un bus per Cuzco. Inizio a compiacermi per quel che sto riuscendo a fare, c'è tutta un'altra soddisfazione quando riesci a cavartela senza nessuno che ti impone orari e fermate. È cosa che vale nel mio piccolo momento, ma andrebbe allargata in quelle più importanti che la vita ti propone.
Ollantaytambo 

Il giorno successivo arrivo dopo quasi due ore ad Ollantaytambo. Ammetto che sono quasi un fanatico di History Channel, quindi per me queste rovine sono un libro aperto. È uno dei misteri più grandi di tutta la valle sacra. Aldilà che come in quasi tutti siti la prima domanda è "ma come hanno fatto a portare quei massi fin lassù?" In questo le domande si moltiplicano in quanto le sovrapposizioni delle rocce sono fuori da ogni logica ed alcune presentano tagli che solo un processo di vetrificazione potrebbe dare quel risultato. Leggende o no, l'aria che si respira sa di mistero e, come Nazca, grazie agli spagnoli che cancellarono inconsapevolmente qualsiasi prova, quello che è certo è che non si saprà mai come hanno fatto. Ovviamente non mi sono accontentato di vedere il sito  e basta. Appena arrivato ho notato subito che dalla montagna di fronte si inerpicava un altro sentiero verso piccole e secondarie rovine. Avendo sempre il tempo dalla mia parte appena terminato il classico tour mi sono incamminato. Due ore di salita ed ho goduto di un panorama mozzafiato guardando Ollantaytambo dall'alto. Sicuramente uno dei siti più imponenti visti fin'ora.
E qua il mio tour per la Valle Sacra finisce, mi ritengo pronto per il cammino verso Machu Picchu.

Nessun commento:

Posta un commento