lunedì 21 novembre 2016

Chile, la terra dei poeti


Dopo San Pedro sentivo il bisogno di una pausa. Secondo i piani avrei dovuto raggiungere Santiago ed invece ho puntato verso l'oceano Pacifico. Primo viaggio notturno in terra cilena. Sicuramente mi mancherà un po' di "colore" boliviano, quell'odore misto sudore "campesino", il caldo asfissiante o il gelo polare, le continue sveglie per le continue soste e soprattutto la mai certezza dell'orario. Ne guadagnerò in ore di sonno, ma veramente, non scherzo, cavoli se mi mancherà! Sognando per tutta la notte vecchi viaggi arrivo in mattinata a La Serena. Una tranquilla città moderna sulla costa. Una spiaggia lunghissima a collegare i vari quartieri e altri piccoli villaggi ormai inglobati, un bel centro storico in stile coloniale, capito no? Anche il nome della città non è un caso. Per qualche giorno il viaggio è diventato vacanza. Ne ho approfittato per lavarmi tutto il possibile dei vestiti, mi sono comprato delle scarpe nuove dopo l'addio di quelle che mi hanno portato fino in Cile, sono andato a correre sulla spiaggia, mi sono arenato come un leone marino, finalmente, con il tramonto sull'oceano. Insomma, me la sono goduta un poco. Tra l'altro qua sta partendo la primavera e le giornate sono piacevoli, clima mite, un po' di vento e il sole che scalda senza bruciare. Ricaricate un po' le batterie ecco che la strada mi richiama. Qualche ora di viaggio ed arrivo nella capitale, Santiago. E sono quatto in quasi 5 mesi!
Sarò sincero. Non mi ha entusiasmato rispetto ad altre città viste in queste settimane. Quasi troppo perfetta e poco "sudamericana", con giardini, viali e strade curatissime. I problemi di povertà e microcriminalità ci sono anche qua, però sembra che si voglia forzare a nasconderlo. Ho avuto anche la sfortuna di visitarla tra Halloween e il Primo Novembre e ciò ha significato una desolazione quasi totale del centro. Mi hanno spiegato che nei giorni festivi la città si svuota completamente. E lo capisco! C'è veramente poco da visitare. Come al solito mi sono ripreso dallo sconforto con una passeggiata, raggiungendo il Cerro San Cristobal dopo una ripida, ma gratificante, salita di un'ora e mezza. Dopo un pranzo a base di "caldillo de congrio" nel mercato centrale, famoso per la vastissima quantità di pesce fresco, mi sono diretto verso un museo molto importante. Quello della memoria e dei diritti umani. Ecco. Per me questo è valso la mia permanenza in questa città. Un luogo forte e diretto. Un luogo che quando esci ripensi e rifletti su quello che hai appena visto. Il Cile ha vissuto un periodo buio sotto la dittatura di Pinochet dove uomini, donne, bambini ed anziani hanno subito ogni genere di soprusi e tanta gente è risultata essere "desaparecida", l'esercito degli scomparsi. Tornato in ostello decido che dopo tre giorni l'esperienza nella capitale si possa dichiarare terminata. La mattina seguente mi sposto di nuovo verso il mare. Destinazione Valparaiso. A solo un'ora e mezza da Santiago, viene considerata la città dei poeti, dei liberi pensatori e degli artisti. Legata anche lei alla dittatura in quanto uno dei primi luoghi ad essere rastrellati ed uno dei primi a esplodere una volta tornata la libertà. E la parola esplodere è forse la più azzeccata camminando per i suoi "Cerri", le colline che costituiscono i suoi quartieri, pieni di graffiti e murales ovunque. Viuzze strette, balconate improvvise con viste sul mare mozzafiato. Artisti di strada, musica e colori in ogni angolo. Ho sentito pareri contrastanti durante il mio viaggio su Valparaiso. Secondo me è un posto che o ti innamori e non vuoi più andartene via o ti irrita e scappi dopo qualche ora. Per quanto mi riguarda l'ho trovata come il classico sogno hippie che quando ti finisce l'effetto della zanca ti scatta la domanda "Ma dove diavolo sono finito?!". Bella e ispiratrice perché dal mio balcone ho visto uno dei tramonti più belli in assoluto del mio viaggio, forse un po' sporca, ma evidentemente qua è tutto libero e la gente non ci fa molto caso a questo. Peccato. Comunque anche qua non ho rinunciato a bellissime camminate. E fidatevi che anche se è sul mare sembra di scalare Machu Picchu. I Cerri con le rispettive vie sono ripidi e, non so se ho avuto sfortuna io, tutti gli Ascensor, le antiche funicolari, erano chiusi per manutenzione. La casa di Pablo Neruda, nonché La Sebastiana, il Parque Cultural, il porto, il Cerro Artiglieria, il museo a Cielo Abierto sono solo alcuni dei punti più belli ed interessanti di Valparaiso. Il 4 novembre sono anche finito in mezzo ad una grande protesta in strada. Sono venuto a saperlo più tardi, ma in tutto il paese si sono verificate rivolte. L'argomento era la protesta contro il sistema pensionistico, NO+AFP, che prevede retribuzioni minori al salario minimo di quasi l'80% degli aventi diritto e il 44% sotto la soglia di povertà. Ho seguito un po' la manifestazione a debita distanza fin quando i lacrimogeni non sono diventati insostenibili e poi me ne sono andato informandomi con le persone che stavano un po' più lontane dalla piazza principale. Come in Bolivia anche qua in Cile ho capito che quando c'è una protesta non c'è mai da scherzare. Sono popoli che lottano continuamente per i loro diritti, in paesi però spesso governati da fantocci corrotti, sempre è stato e anche oggi questo "giochino" non cambia. C'è chi sta meglio, propio come il Cile, e chi peggio, come la Bolivia, ma la sostanza è sempre la stessa. Sono tutti paesi, da nord a sud, ricchissimi in materie prime, a differenza di quello che sentite dire, poco abitati a dispetto della vastità del territorio, ma si sa, da sempre condannati ad avere padroni stranieri.
Dopo questa esperienza di realtà cilena e un giorno passato in spiaggia nella città vicina di Vina Del Mar, decido che è ora di scendere verso sud. È ora di iniziare con la Patagonia. Ed allora nuovo bus notturno che mi porterà a Puerto Varas. La mia porta verso uno dei paradisi terrestri. A presto!

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